THE WINSTONS
★★★
The Winstons è un power-trio di fuoriclasse del rock: Rob Winston (Roberto Dell’Era – Afterhours), Enro Winston (Enrico Gabrielli – Calibro 35) e Linnon Winston (Lino Gitto).
Se c’è un genere, in quest’epoca di revivalismo imperante, che meno degli altri ha subito furti, questo è il progressive rock. Ovviamente non perché a nessuno è venuto in mente di provarci, bensì perché le difficoltà nel riuscirci degnamente sono più alte rispetto ad altri contesti, finendo così per disincentivare anche gli artisti più propositivi. Figuriamoci, dunque, se i riferimenti sono mostri sacri come Robert Wyatt e i suoi Soft Machine o i Gong, inarrivabili alfieri della mitologica scena di Canterbury.
The Winstons le citano e le mettono in atto quelle influenze, senza alcuna paura di alzare troppo un’asticella in bilico fin dalle intenzioni. Il risultato è un album impregnato di fascinazioni progressive in ognuna delle sue dieci tracce, ma non solo, è un campionario di spunti Sessanta/Settanta che i tre fanno propri con apparente semplicità.
Ad esempio si scorgono profonde orme di Beatles in Play With The Rebels, così come cenni all’altro versante progressive nella kingcrimsoniana Nicotine Freak (primo singolo estratto), psichedelia a cavallo fra Londra e la California (ovvero tra Pink Floyd e Doors, giusto per fare due nomi enormi) in Dancing In The Park With A Gun, She’s My Face o la conclusiva Number Number, atmosfere siderali in …On A Dark Cloud e nel languido piano di Tarmac, tanti fiati e l’organo a fare da collante del tutto.
Derivativo – e non potrebbe essere altrimenti – ma con stile, “The Winstons” palesa in modo evidente la passione che i tre musicisti coinvolti nutrono per il genere, che li ha aiutati a confezionare un lavoro da apprezzare sotto ogni punto di vista. Ancor più perché made in Italy, dove non sono affatto frequenti puntate dal respiro così internazionale.