Attorno a Ghost city ruotano una decina di ragazzi pordenonesi tra i 21 e i 33 anni. Il nucleo originario prende avvio da Alberto Panegos, Marco Zanella, Giulia Monacolli, Luca Zanella, Francesco Tellan, Piero Modena, Daniele Dissegna, Marco Cella. Ciascuno ha un proprio progetto sia esso musicale, artistico, grafica, persino un laboratorio di liuteria artigianale. «L’idea – spiegano quattro dei membri del collettivo – è nata dall’urgenza di fare mille cose diverse e di continuo. Stanchi di cercare infrastrutture, ci siamo creati uno spazio, ovvero il Collettivo che è anche un mezzo di diffusione. Il nome l’abbiamo scelto perché ci piaceva l’idea che quasi tutti noi tendiamo a essere anonimi. Ghost significa fantasma, che è sia la nostra realtà, sia la città in cui viviamo». Si tratta di un progetto di arte condivisa, che si esplicita in concerti o eventi artistici, in cui si esibiscono alcuni degli artisti del Collettivo in base all’occasione.
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