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Astro Club

stagione #2
GALASSIE#4
VALE & THE VARLET (electro, rural, impro, experimental)

FIORE FEAT KEPLERO (musica sperimentale): concerto nella Black Lodge durante la proiezione di “The Grandmother”, cortometraggio di David Lynch del 1970.

*apertura porte ore 22.00
*tessera Federitalia obbligatoria (5€ > dicembre 2017)
*contributo responsabile 5€

Vale & the Varlet (electro, rural, impro, experimental)
★★★
Valentina Paggio: voice, piano, drums
Valeria Sturba: violin, theremin, electronic devices and distorsions
Un’orchestra tascabile, tra imprevedibili derive fresche, verdi e colorate.
Dai bassifondi scuri partono dei beat violacei, sfrangiati dal theremin e dagli archi, che trovano forma nelle voci cristalline delle Varlets, per raccontare storie sgangherate di insonnie ed amori nuovi.
“Believer” è il primo disco di Vale & The Varlet. Due sono le “Vale”, Valeria Sturba (OoopopoiooO, John De Leo) e Valentina Paggio (Duodeno), così come due sono le “Varlet”. Un paggio e un furfante, che si scambiano identità e invertono i ruoli a loro piacimento.
Il disco nasce spontaneamente, per gioco, per passione e per curiosità, registrato nella camera da letto di Valeria con microfoni a forma di idrante e cavi rotti da tenere in bilico, per non farli ronzare.
Da alcune idee piano e voce di Valentina, le due musiciste hanno destrutturato, ricomposto e plasmato, creando canzoni minimal pop, con l’ausilio di tastiere giocattolo, violini, theremin, minisynth, drum pad, percussioni, effettistica in quantità.
Altri brani del disco nascono dalla pura improvvisazione: Valeria lancia un piccolo loop, puntualmente Valentina trova subito la melodia… l’intesa è artisticamente perfetta.
Forte è l’utilizzo della loop station: piccoli anelli che partono a volte da corde pizzicate, da suoni gravi ed elettronici, da un violino suonato a mò di ukulele, oppure da un pianoforte sghembo e saltellante. Ed ogni volta si aggiungono a poco a poco suoni e suonini che vanno a creare un’orchestra formato giocattolo, con la voce cristallina di Valentina che canta e racconta storie surreali, storie di amore, di morte, di alienazione.
Suoni acidi e rumori dal profondo dell’inquietudine si legano a cori angelici: per “Vale & The Varlet” ogni vita, ogni individuo, ha dentro di sé serenità e tormento, e a volte il tormento stesso diventa piacevole e viceversa in una dinamica fluida e costante. Il disco è colorato, fresco e genuino, e piacevolmente autoprodotto. Un lavoro certosino e artigianale, con la preziosa partecipazione di Vincenzo Vasi (voce su Please help me e Only a Man) e Luca Savorani (pandeiro su Alejandro) “Believer” è stato missato da Franco Naddei (Francobeat) al Cosabeat Studio e masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Studio.

Fiore feat Keplero (musica sperimentale)
★★★
Fabio Fiorellini Bernardis: pianoforte
Luca Pellegrini: live electronics
L’idea alla base di quest’esperienza nasce quasi per caso, ed è quella se vogliamo che balenò per la testa di Jhon Cage quando decise di iniziare a mettere viti e bulloni sulle corde del pianoforte per modificarne il suono, ovvero quella di aumentarne esponenzialmente le possibilità espressive. Al posto di viti e bulloni noi utilizziamo il computer, e certamente ci piacerebbe molto poter lavorare con un pianoforte autentico, anziché con quello elettrico, ma ciò richiederebbe dei mezzi e delle abilità che per ora non sono in nostro possesso…ma che miriamo di ottenere approfondendo sempre più il nostro progetto. L’obiettivo che ci poniamo è quello di intervenire sui lavori altrui, innanzitutto tentando di comprendere ed amplificare il messaggio che l’autore desiderava far passare, grazie alle varie notizie che possiamo recuperare ma anche, come nel caso della Musica ricercata, grazie ad utilissime annotazioni dello stesso in partitura, quali ad es. as if mad, panicking etc… Allo stesso tempo però desideriamo rendere questi componimenti anche nostri, appropriandocene e caricandoli delle nostre idee, a seconda di quello che ogni brano ci trasmette, e di quello che emerge durante le discussioni inter nos. Speriamo in questo di non peccare di arroganza. E ad ogni sessione di prove qualcosa scambievolmente si impara: tra di noi, noi dall’autore del brano, il pianista dall’elettronica, l’elettronica dalla musica contemporanea, in un infinito turbinio che ci fa continuare e tendere sempre al miglioramento.
Il progetto è arricchito anche dall’utilizzo delle registrazioni degli Intonarumori di Luigi Russolo.